Il tema della Sanità Digitale è un tema dirompente, di grandissima attualità e che per quanto possa essere dato per scontato per una fascia della popolazione, sopratutto la più giovane, resta ancora un obiettivo da raggiungere concretamente e che potrebbe sostenere con pochi e mirati interventi, l’equità e l’universalità del Sistema Sanitario Nazionale.
Il rapporto medico-paziente sta vivendo inoltre una fase di difficoltà, a causa sicuramente dell’impatto che il “Dr Google” esercita sull’immaginario delle persone, ma anche di un’accessibilità alle informazioni sanitarie che non è guidata da una figura esperta del settore, o di fiducia da parte dei cittadini, quanto piuttosto al perverso quanto pericoloso meccanismo dell’indicizzazione sui motori di ricerca, alla ricerca del contenuto più cliccato e quindi più “cliccabile”.
Stiamo vivendo in una fase di dissonanza fra i continui passi avanti che la tecnologia compie in campo sanitario e che permettono oggi ai pazienti di rilevare un’aritmia con un “semplice” orologio da polso in tempo zero, e le prestazioni erogabili in un SSN che arranca con le sue tecnologie ferme a qualche anno (o decennio) fa e rispettivi tempi di attesa.
La medicina generale, per la sua naturale vocazione alla prossimità e l’estensività delle cure, vive maggiormente e in prima battuta questa dissonanza fra aspettative crescenti e prestazioni ferme al palo.
In un contesto sanitario-organizzativo così ancora in fase di costruzione e plasmabile ai bisogni di salute crescenti della popolazione, le raccomandazioni dell’OMS sono sicuramente d’ausilio per ragionare e implementare – sulla base delle evidenze scientifiche – strumenti che possano massimizzare l’impatto sui sistemi sanitarie e la salute delle persone.
Fondazione NUSA e Nusa Servizi si vogliono porre come facilitatori delle istanze che vengono proprio dal contesto socio-demografico fin qui descritto e dei contestuali bisogni essenziali di “erogazione tecnologica” nel setting della Medicina Generale.
In un contesto normativo-burocratico che appesantisce l’attività dei medici di famiglia e che contribuisce a mantenere una medicina di attesa, riusciremo a vincere la sfida delle cronicità e dell’equità delle cure solo se saremo capaci di sfruttare la tecnologia per organizzare il lavoro e passare quindi a una medicina pro-attiva, se saremo capaci di indirizzare i pazienti alle giuste informazioni notificandole prima che avvenga il “bisogno” di andarle a cercare, come ad esempio l’invio di ‘promemoria’ ai pazienti sugli appuntamenti medici da effettuare, o sulle date di vaccinazione dei loro bambini.
Fra le 10 raccomandazioni dell’OMS spiccano infatti la “targeted client communication via mobile devices”, ovvero la trasmissione di informazioni (notifiche) personalizzate a singoli e a categorie di pazienti, ma anche a famigliari per migliorare l’enpowerment e il family learning, così come l’utilizzo della diagnostica anche in Telemedicina, che consente alle persone che vivono in località remote di accedere ai servizi sanitari tramite smartphone, portali web, o altri strumenti digitali.
